La nostra storia inizia prima del nome stesso; negli anni venti MARIO VOGLINO meglio conosciuto con il nome di "MARIO TOFU" non si appassiona all'attività di famiglia (che consiste nel fabbricare zoccoli e scarpe) ma rimane affascinato dalle prime competizioni su due ruote e decide di fabbricarsi da solo la sua bicicletta, cosa che lo porta ad aprire un laboratorio dove costruisce e ripara bici. Passa qualche anno e iniziano a diffondersi altri tipi di due ruote e precisamente quelli a motore, le biciclette vengono affiancate da questi nuovi mezzi e piano piano negli anni il laboratorio diventa un'officina per le riparazioni di moto e macchine.
Nel frattempo viene assunto come meccanico GIORGIO CORREGGIA, anche lui appassionato di meccanica e motori ma con una passione ancora più forte per le corse di bici, attività che ha dovuto abbandonare per un incidente ad una gamba dopo una discreta carriera da "corridore" nelle squadre giovanili torinesi. Negli anni '60, GIORGIO, sposa la figlia di "TOFU" e pochi anni dopo rileva l'officina di riparazioni che per un decennio sarà un punto di riferimento locale per la vendita e riparazione di moto e auto. Le biciclette però non sono state dimenticate e complice l'AUSTERITY dell'inizio anni '70 ritornano prepotentemente di moda. GIORGIO si ricorda del suo passato da ciclista agonista e nelle domeniche senza mezzi motorizzati riprende a pedalare coinvolgendo anche i figli BRUNO e MARIO. In breve tempo le uscite in bicicletta portano a fondare una squadra corse: l' U.S. PEDALE SANDAMIANESE; una società ciclistica con una buona partecipazione giovanile, nelle cui file BRUNO e MARIO gareggiano per qualche anno.
All'inizio degli anni '80 entrano a far parte dell'azienda anche BRUNO e MARIO che nel frattempo si sono diplomati come Perito Meccanico. Complice l'amicizia di GIORGIO con alcuni personaggi di spicco del mondo ciclistico torinese (in particolare del telaista GIAME', ai tempi apprezzato artigiano e con una grande esperienza nel settore "PROFESSIONISTI") inizia la produzione di telai da corsa; telai interamente costruiti "A MANO" con la tecnica della saldobrasatura con congiunzioni. La produzione di questi telai su misura e il montaggio di SPECIALISSIME diventa la maggiore attività della ditta che prende il nome di "CICLI GIORGIO". Il mondo della bicicletta però è destinato a cambiare e viene stravolto dal fenomeno MOUNTAIN BIKE; le "ruote grasse" portano nell'ambiente ciclistico nuove tecnologie e nuovi materiali di costruzione e si arriva ad un bivio: o continuare a costruire telai o specializzarsi come negozio per riuscire a seguire meglio le ultime novità; viene scelta la seconda ipotesi ed è una scelta che porta a sperimentare cose nuove come le sospensioni o come i telai in carbonio, scelta che continua tutt'ora con l'intento di proporvi nel nostro negozio sempre cose migliori. In tutti questi anni si è passati da una piccola officina ad un negozio che permette di esporre una buona quantità di biciclette, accessori e abbigliamento, coinvolgendo anche la moglie GIUSEPPINA e il terzo figlio CARLO per arrivare all'organico attuale.
Sei seduto su un divano, in macchina o alla scrivania, quando ti rendi conto cosa c'è di sbagliato o almeno di non particolarmente giusto, in ciò che stai facendo. Hai bisogno di pedalare. Non è una semplice voglia passeggera, è molto più di questo:sto parlando di una necessità con la N maiuscola, senza compromessi e senza scuse. C'è un'unica soluzione: andare in bicicletta. L'unica domanda, quindi, è: che tipo di corsa? Chiamatemi avido, ma in tutti questi anni mi sono stati necessari tutti i tipi di corsa.
Voglio la corsa agonistica. La corsa che pianifichi l'anno prima. La motivazione, la scusa per correre miglia e miglia e, infine, quell'ultimo, lungo giorno a studiare il profilo, mettere a punto, riempire bottiglie e tasche prima di uscire di casa. Poi, la pedalata verso la linea di partenza, mentre cerchi contemporaneamente di caricarti e restare calmo. Posizionamento veloce, poi l'attesa. E, finalmente, il Via! Ore e miglia e io nel mezzo, completamente coinvolto da ciò che una bici sa far meglio. Voglio la grande corsa. La festa su due ruote. Un sacco di gente e divertimento. Rincontrare i vecchi amici, ridere a crepapelle. La corsa in cui in quasi ogni turno si incrociano e ingarbugliano linee stupide e geniali. Superi e vieni superato, e così fino alla fine della giornata, quando finisce la corsa e tutti tornano a casa, felici. Voglio la piccola corsa.
La corsa singola. Perchè a volte i progettifanno schifo. A volte dico stupidaggini. Le primissime miglia sono vuote, ma critiche. Un cuscinetto tra il passato recente e il futuro prossimo. Nel tempo, le prove hanno funzionato ed eccomi qui: un insetto insignificante bloccato su enormi rocce, solo questo. Voglio la corsa "chiacchierata". Faccia a faccia. Pedalare a ritmo lento con un amico per poter parlare. E' una conversazione che continua così, spontaneamente. Completata da salite, discese e stradine a una sola corsia che offrono la straordinaria opportunità di pensare prima di parlare. Voglio la corsa spericolata. Veloce e libera. Percorrere la linea di confine oltre la quale glia altri non osano spingersi. Poi, impalpabile e compresso, un abbozzo di pista, a cui cerchi di agganciarti. Il tipo di corsa per cui si è vecchi abbastanza per saperne di più, ma anche abbastanza giovani da tentare la sfida.
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